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Cucinare mi mette in pace con il mondo. La trovo un’attività contemplativa e mi fa lo stesso effetto dello Yoga.

La cucina è una delle attività umane più dense di significati antropologici e, non da ultimo, dà sempre una certa soddisfazione. Così ogni tanto mi piace anche approfondire il tema, leggere qualche libro o vedere documentari.

È così che nasce questo post: ho incontrato Samin Nosrat (come moltissimi di voi, probabilmente) vedendo un delizioso documentario  Netflix dedicato agli elementi che accomunano tutte le cucine del mondo: “Sale, acidi, grassi e calore”.

Il documentario è ben più che una miniserie sulla cucina: Samin è una personalità brillante e ha un progetto comunicativo molto particolare che mi ha ispirato questa riflessione su come “cucinare un brand a puntino”. 

Ho visto tutti gli episodi d’un fiato, catturata dallo specialissimo stile narrativo e dalla personalità di Samin Nosrat, un eclettico mix di poesia, buona cucina, carisma e deliziosa colloquialità. Una lezione di personal brand senza pari.

Sale, acidi, grassi, calore: la ricetta più semplice del mondo.

La narrazione ci racconta moltissimo di Samin, mentre esploriamo con lei i quattro continenti alla ricerca degli elementi base di ogni cucina del mondo.
Samin Nosrat è una chef, scrittrice e divulgatrice americana di origine persiane: viso aperto, voce chiara e dolce.

Si percepisce con forza la curiosità e l’apertura mentale di questa donna incredibile che incarna meglio di chiunque altro nel mondo del food il senso profondo della cucina: convivialità, socialità, ricerca creativa, legame con la terra. Una vera artista. 

Un brand perfetto per una chef che non è solo una chef. 

Samin ha una laurea in inglese a Berkeley e, oltre a cucinare, è un’affermata columnist per il New York Times, poetessa, scrittrice, speaker e insegnante. 

Ha girato i primi cucchiai nelle cucine di Chez Panisse. Eppure non trasuda affatto lo snobismo tipico associato a molti dei suoi colleghi chef: ha un sorriso memorabile e l’aria simpatica. 

Una chef con cui vorresti senza dubbio preparare la cena, prima di sederti a tavola con il grembiule addosso. Sorseggiando un buon rosso e imparando dai suoi gesti e intuizioni. 

Semplice, ma non semplicistica. Samin Nosrat non ha nulla a che vedere con la divulgazione della “cucina stellata da fare a casa”. Ha un’eleganza minimal che si accorda perfettamente con una presenza scenica importante (è altissima!).

Di se stessa dice: “I cook.  I write.  I teach”, racchiudendo in un haiku un brand personale davvero potente. 

Non è la sola cucina a fare di questa donna straordinaria uno dei brand food più interessanti del mondo digitale, ma la commistione perfetta fra la sua personalità, i suoi studi, le sue passioni E ciò che cucina. 

Sale, Grassi, Acidi, Calore: la copertina del liro di Samin Nosrat

It takes two to tango: in due, è meglio. 

Il primo libro di Samin, “Sale, acidi, grassi, calore” — edito in traduzione italiana da Hoepli — è stato best seller del New York Times ed è poi diventato il documentario da cui siamo partiti — prodotto da Netflix — e uno straordinario blog di cucina: www.saltfatacidheath.com . 

Ma Samin non teme affatto la collaborazione, anzi. La ricerca. Si rafforza nell’incontro. 

Immagino sia per questo che la chef ha deciso di lavorare a questo libro in collaborazione con l’illustratrice, designer, visual journalist (che è un lavoro fighissimo ma non ne parleremo qui) e Ted Speaker Wendy MacNaughton. 

In una delle puntate del documentario Netflix facciamo la conoscenza di Wendy:  le due donne si scambiano chiacchiere cucinando e vediamo come sono nate le illustrazioni pazzesche del libro (se vuoi puoi trovarlo su Amazon, l’ho salvato nel mio shop a questo link). 

Samin cucina, Wendy disegna dal vivo. E assaggia. 

    Samin ringrazia e cita Wendy MacNaughton anche nella homepage del suo sito e non manca mai di valorizzare l’importanza della collaborazione per il suo libro. E Wendy confessa di aver imparato a cucinare lavorando con Samin. 

    Ecco due storie da cui prendere esempio. Possiamo fare nostro l’approccio di Samin Nosrat e Wendy MacNaughton per rendere il nostro personal brand unico e memorabile.  Dovremo però allenarci su coerenza, sincerità, collaboratività e storytelling. 

    Ecco alcuni spunti di lavoro per voi,  ispirati a Samin e Wendy, da mettere in pratica subito:

    1. Se siete multipotenziali, non abbiate paura di “essere più cose”. Leggerete ovunque che il segreto di una buona comunicazione è la “nicchia”. È vero. Ma la vostra forza è l’unione, il fil rouge, l’identità. Valorizzatela come Samin, non cedete alla tentazione di ridurla. 
    2. Cercate progetti comuni da portare avanti con persone non comuni. L’unione fa la forza e nel mondo del brand vale moltissimo il detto “dimmi con chi sia accompagni e mi dirai chi sei”. I vostri collaboratori dicono di voi molti più di quanto pensiate. 
    3. Non rassegnatevi ad essere conformi a un cliché: il cuoco francese spietato e disumano, il manager abbronzato e con l’auto costosa, l’artista disordinato, il musicista sognatore. Normalmente siamo ricordati perché siamo diversi dal cliché. Omologarsi è una strategia perdente, il brand è esattamente un processo inverso. Distinguersi. Essere ricordati. 
    4. Raccontate, mettete del vostro nel branding, specialmente online. La cucina racconta storie e Samin incarna queste storie, Wendy incarna queste storie.  Ma il cibo non è l’unico elemento con un alto potere simbolico ed evocativo. Ogni cosa si presta al racconto. 

    Infine l’ultimo, più importante esercizio: andate su Netflix e vedete tutti e quattro gli episodi di “Salt, Fat, Acid, Heath”!

    Studiate, prendete appunti e, se volete un consiglio spassionato, provate a cucinare anche voi alcune delle ricette di Samin. 

    Io mi sono appassionata e ho iniziato anche ad ascoltare  il  podcast di Samin  Home Cooking”, creato durante il lockdown con il musicista Hrishkesh Hirway. Un esercizio che fa bene al mio inglese… e alla tavola. 

    il mio suggerimento è: appassionatevi, mettete in pratica i 4 consigli di oggi. Raccontate anche voi come Samin e Wendy, senza paura. 

    E cucinate spesso e in compagnia. 

    Sperimentatevi. 

    Sono curiosa di sapere com’è andata! 

    Buon appetito!

    Caterina

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